Roberto Perotti inizia l’attività pittorica nel 1980. Laureato in filosofia, psicologo e psicoterapeuta, è autore di due libri di teoria e pratica psicoterapica (“L’incesto multiforme” 1985 – Giuffrè; “L’Adulto Incompiuto” 1991 – Edicart), del romanzo “Ombre” 2004 – Caroggio Editore e del libro di poesie “Noi due” scritto assieme ad Alessandra Lancellotti.
L’iniziazione all’interesse e alla pratica pittorica avviene tramite frequentazione di Oreste Bogliardi, tra i fondatori dall’astrattismo in Italia. All’epoca nel Tigullio era vitale il gruppo artistico letterario di cui erano parte autorevole lo stesso Bogliardi, lo scultore Cherchi, lo scrittore Nino Palumbo, il pittore e scultore Franco Bagnasco ed altri. Successivamente da Edoardo Krumm apprende l’uso degli smalti, di cui Krumm è sapientissimo ed appassionato interprete, smalti che permettono effetti particolari di miscelazione, impossibili con altri materiali pittorici. Per altro, alcune opere eseguite con acrilici, conferiscono una serenità peculiare alle rappresentazioni urbane di una stagione artistica situabile tra gli anni 1997-2003.
Spirito creativo, non solo in campo scientifico e letterario, Roberto Perotti è sempre stato anche pittore, vicino all’Espressionismo Astratto, ma con un proprio tratto personale che ha conosciuto fasi pittoriche diverse, ma mai tra loro incongrue. Ha centellinato le proprie Mostre, scelte e cadenzate con cura.L’intensità del suo messaggio pittorico è del resto constatabile già nelle opere presenti su questo sito. Secondo Perotti un’opera artistica deve avere come proprio risultato primario quello di far sognare, emozionare, pensare.Egli distingue nettamente tra abilità tecnica- che ritiene costituisca un aspetto artigianale del lavoro- e creatività artistica, che è il nucleo qualificante di qualsiasi opera che voglia far parte a pieno titolo, se ne ha le qualità, della Storia dell’Arte. L’abilità tecnica è infatti la stessa capacità che permette di falsificare quadri famosi o meno famosi: permette, appunto, di copiarli, non di crearli. La prima cosa è artigianato, la seconda Arte, naturalmente se la creazione ha la dignità dell’arte, il che si verifica abbastanza raramente.
Fasi
Attraversa varie fasi, dall’astrazione pura, all’espressionismo astratto all’action painting, ad un recupero parziale del figurativo in alcune opere dei vari periodi. Singolare è l’approccio a spunti figurativi espressi attraverso un’applicazione parzialmente formale e singolare dell’action painting.Selezionato dal critico d’arte Germano Beringheli, ed inserito nel 2006 nel Dizionario degli Artisti Liguri.
La definizione “action painting”, chiamata anche espressionismo astratto, rappresenta una corrente artistica della seconda metà del secolo xx, il cui principale rappresentante è Jackson Pollock.In questo tipo di espressione pittorica prevale l’inconscio sulla programmazione razionale, anche se questo non significa essere di fronte ad una pittura caotica ed insensata. Questo per due motivi. Il primo è che l’inconscio possiede comunque una sua struttura, che dialoga con la parte razionale e anzi spesso la compensa e la equilibra. Il secondo è che comunque la progressione dei gesti pittorici rimane nell’ambito di una regia consapevole, che conferisce armonia all’insieme: è un progetto dell’apparente non progetto. Il senso del colore ed il senso della forma sono le prerogative necessarie a chi voglia dedicare il proprio lavoro, in tutto o in parte, alla pittura o comunque alle arti figurative. Queste due doti appartengono certamente a Perotti e gli permettono di esprimere, grazie ad esse, il senso della bellezza e gli equilibri dell’armonia. Ricordando che anche nell’uso delle dissonanze deve esistere una compiutezza globale. Convinto che “il bello cura” , Perotti affida all’evocazione della bellezza il senso e quasi la missione del proprio operare artistico.
Nel periodo dell’espressionismo astratto più gestuale, i dipinti esprimono emozioni forti, una passione intensa, a volte rabbia, tumulto. Sempre, comunque, grande equilibrio cromatico.
Subentra poi la fase delle sequenze di colore, prevalentemente un rimando agli affacciati paesi di Liguria. Qui ancora spesso prevalgono i colori intensi e puri, tuttavia alternati a “quasi assenze” di colore, in un contrappunto proprio anche del bisogno spirituale di pieno e di vuoto, di passione e di contemplazione.Verso la fine del secondo millennio, nelle sequenze delle “città” stilizzate, appaiono cupole, la presenza di templi di appartenenze diverse: un riflesso della mescolanza in atto di culture e di genti, ma anche una necessità formale di ordinare la linearità pura con l’immissione di una forma piena e altrettanto pura come quella del semicerchio e della cupola. Richiami simbolici ed esigenze formali contribuiscono a formare un’ulteriore suggestione nel lavoro pittorico di Perotti.
La ricerca espressiva si amplia poi con l’introduzione di un’attività che sta tra la scultura e la pittura. Inizia la fase delle reti metalliche, piegate e sagomate in forme astratte ma anche coinvolgenti, trattate con vernici fluorescenti ed illuminate con luce di wood, così da creare un effetto di forme e di luci del tutto peculiare.
Da ultimo, al momento, l’utilizzo di ingrandimenti di fotografie prima trattate al computer e poi trasformate ulteriormente da interventi pittorici diretti, utilizzando materiali e tecniche pittoriche diverse.
Breve riflessione di Perotti
sul significato della parola ”arte”
Ho partecipato ad una conferenza su Neuroscienze ed Estetica, in occasione del festival della scienza 2009 a Genova, in cui due insegnanti universitari di estetica all’Università di Milano, non sono riusciti a dare una definizione dell’arte. Certo il tema è complesso e può porre numerose questioni interpretative. Tuttavia vorrei cercare di proporre una definizione plausibile e condivisibile di Arte. E vorrei anche farlo in termini molto sintetici, perché in genere più parole si usano, meno chiaro risulta il concetto che si voleva cercare di definire. Mi sembra che si possa definire Arte o Artistico tutto ciò che, nell’ambito di una percezione estetica, inserisce un imput di novità, sia nella forma espressiva, sia nel soggetto espresso e, contemporaneamente, suscita un’emozione, e possibilmente riesce a far sognare. L’abbinamento dell’elemento di novità con quello del coinvolgimento emotivo perché si possa parlare di evento con valenza artistica, testimonia la convinzione che una novità puramente razionale non costituisce, di per sé, testimonianza d’arte.
Nel luglio 2009 ha ricevuto la targa conferita dall’Assessorato alla Cultura di Genova in occasione della III biennale d’arte dove ha presentato il quadro “Monreale”.